Quantcast
Channel: Commenti a: ITALIA: REPORT LA GRANDE EVASIONE!
Viewing all articles
Browse latest Browse all 10

Di: utente anonimo

$
0
0

Ciao Andrea, ti ringrazio per la tua risposta. Sto però ancora cercando di capire se stiamo parlando della stessa cosa. Quello che intendi dire citando Visco è molto chiaro, ma la mia osservazione cercava di tenere conto di diversi scenari. Premetto che l'obiettivo non è assolutamente di stabilire se qualcuno abbia ragione, ma di farsi un'idea il più possibile "quantitativa" dell'effetto che una variazione del costo del debito pubblico ha sul bilancio dello stato, e sulla sostenibilità del debito stesso, in combinazione con altre variabili economiche. E di farsi questa idea sulla base di "dati reali", che mi sembra un valore condiviso dalla comunità di persone che si riconosce in questo blog.
Il mio esempio di calcolo, semplificato ed approssimato, si riferiva all'ipotesi di aumento dell' 1% del costo medio di tutto il debito per un anno, cioè nell'ipotesi più negativa che l'aumento dell'interesse per le emissioni future abbia valore e durata tali da produrre un aumento effettivo dell' 1% sul costo annuo totale degli interessi per il debito in corso. Mi sembra invece che Visco (nel documento che tu citi) consideri il caso di un aumento dell'1% dell'interesse sulle nuove emissioni, a partire dal momento della sua relazione, e questo provoca un aumento del costo del debito dello 0,2% il primo anno (0,4 il secondo e 0,5 il terzo anno, negli scenari di PIL e debito che lui considera). Se poi l'interesse si mantiene costante dopo l'aumento dell' 1%, questo aumento dovrebbe provocare nel corso degli anni una variazione della media del costo totale, fino a farla stabilizzare al nuovo valore aumentato. Che è appunto quello che io consideravo, ossia +1% del costo totale, quindi l'aumento del costo a quel punto sarebbe l' 1% del debito e l' 1,2% del PIL, se entrambi rimanessero stabili.

Sono presenti quindi altre variabili. L'andamento del valore del debito negli anni futuri è un fattore critico perchè appare di pertinenza sia economica che politica. Ed una variazione in aumento del PIL non appare così a portata di mano.
Nella relazione di Visco non è indicato su quali previsioni di PIL si basa l'impatto dell'aumento del costo del debito. Mi sembra però più importante notare che nella stessa relazione è ripreso il documento di programmazione economica 2011-2013 con l'aggiunta delle manovre estive, con obiettivo di pareggio di bilancio nel 2013 e riduzione valore del debito nei prossimi tre anni di 2,1, 4,2, 4,9 punti di PIL. Questo sembra riasssunto nella Tavola 4 (pag. 24 del pdf della relazione di Visco), nella quale i valori di crescita del PIL hanno un range da 2,9-3,1% per il 2011, fino a 3,4% per il 2014. Ma non sembrano previsioni realistiche. Tanto più che a pag.10 si fa riferimento ad un valore "inferiore ad un punto percentuale nell'anno in corso, ed ancora più debole nel 2012". Le previsioni di BCE, FMI, e molti altri (per quanto possano essere affidabili ed obiettivi) concordano su valori molto bassi, se non negativi per il 2012. Comunque una crescita del PIL inferiore alle stime, in assenza di manovre correttive (che hanno altri costi), influisce sul valore del debito da finanziare, che è un altra variabile del costo del debito. E mi tornano in mente le tue osservazioni a proposito delle "previsioni e ipotesi", ipotesi che spesso in questi anni vengono riviste al ribasso qualche mese dopo l'annuncio, ed invalidano anche le previsioni che si basavano su quelle ipotesi.

Riguardo alla composizione del debito pubblico: sono d'accordo che non è composto da soli titoli di stato (che dovrebbero formare circa l' 82%) (fonte: sito Dipartimento Tesoro), ma anche il resto (risparmio postale, prestiti da altre istituzioni, etc.) ha un costo che in qualche misura risente del costo del denaro sul mercato.

C'è da augurarsi che l'aumento degli interessi non duri così a lungo da essere incorporato in toto nella media del costo. D'altra parte però, almeno nel breve, la situazione è già peggiorata molto rispetto alle valutazioni di Visco. Infatti questa sera il rendimento del BTP a 10 anni è al 6,83% (purtoppo al lordo di ogni genere di speculazione). Mi sembra si tratti di una differenza rilevante, rispetto al momento della valutazione di Visco, anche dopo la dovuta correzione perchè si tratta di un rendimento a 10 anni, mentre il costo medio del debito vale sulla durata media dello stesso che è di 7 anni.

Inoltre la BCE nella settimana precedente all'insediamento di Draghi ha acquistato titoli italiani per 4mld al fine di sostenerne i prezzi, e per 9mld nella prima settimana dal suo insediamento (fonte: http://rassegna.governo.it/testo.asp?d=71542354). Sembra difficile quantificare direttamente questo elemento, ma senza dubbio in mancanza di questi acquisti il valore dei titoli sarebbe stato minore e quindi il costo delle nuove emissioni sicuramente maggiore. Questo per dire che il beneficio di questi acquisti è congiunturale, non strutturale, e che il venire meno del suo effetto porterà un ulteriore aumento del costo del debito.
Al di la di queste considerazioni comunque la speranza è che sapremo far fruttare meglio la ricchezza (umana e materiale) ora immobilizzata nel nostro paese.
Ti ringrazio di ogni tua osservazione in merito,
Marco


Viewing all articles
Browse latest Browse all 10

Latest Images

Trending Articles